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Nella prima parte dell’inverno troviamo ancora prevalenti gli elementi aria ed etere, come in autunno; poi, in un progressivo evolvere della natura e delle energie in campo, ci troveremo di fronte al prevalere degli elementi acqua e terra, come durante la primavera.
Questo ci indica che la nostra pratica dovrebbe variare progressivamente, in sintonia con l’evoluzione della stagione, sia nella scelta delle pratiche usate che nella loro modalità di esecuzione.
All’inizio, possiamo considerare valide le stesse indicazioni date per lo yoga in autunno, poi, verso la fine dell’inverno quelle date per lo yoga in primavera.
In generale, sempre osservano la natura ed i suoi ritmi possiamo dire che, come la terra nutre il seme affinché possa germogliare a pieno in primavera e dare ottimi frutti in estate, durante questo periodo, dovremmo curare il nutrimento del nostro corpo e della nostra mente.
Quindi, possiamo nutrire e rinforzare i nostri muscoli rendendo la pratica ancora più lenta, mantenendo le posizioni ancora più a lungo per creare resistenza ed andare a sollecitare il nostro limite; e possiamo nutrire la nostra mente, indugiando nella meditazione, che sostiene l’energia di introspezione tipica di questa stagione.
La durata di mantenimento delle posizioni dovrebbe essere maggiore quindi rispetto all’autunno ma, col passare del tempo, dovrebbe ridursi in modo progressivo fino a portarci ad una pratica dinamica e vivace, tipica della primavera.
La fase di riscaldamento dovrebbe essere un po’ più lunga del solito non solo per stimolare il calore ma anche perché la nostra muscolatura, col freddo dell’inverno, tende ad essere meno elastica e più tesa; perciò, potremmo prepararci alla pratica con qualche ciclo di saluto al sole (come minimo 3, arrivando fino a 24 con il passare dei giorni).

Può sembrare banale, ma è estremamente importante in questo periodo mantenere il corpo al caldo, non solo praticando in un posto caldo e confortevole e coprendosi durante la fase di rilassamento e meditazione, ma anche coprendosi bene durante la pratica. In modo particolare, non bisognerebbe lasciare scoperti i reni, gli organi che hanno l’importante funzione di regolare l’equilibrio idrico e che, secondo la medicina cinese, sono proprio associati alla stagione invernale e rappresentano la sede della nostra energia vitale.
Gli asana da privilegiare in generale sono quelle che:
– Lavorano sull’elemento terra e acqua per stimolare dentro di te un senso stabilità, equilibrio e calma (Vrikshasana)
– Rafforzano e tonificano le gambe (Utkatasana, Virabhadrasana))
– Lavorano sull’apertura delle spalle (Gomukasana)
– Stimolano la fiducia in te stesso (Supta virasana, Ustrasana)
– Stabilizzano la mente (Parvatasana, Uttanasana)
– Stimolino l’energia fuoco (Naukasana)
– Nutrono i reni, la vescica e il sistema circolatorio e linfatico (Setubhandasana, Sarvangasana)
Per combattere il freddo e mantenere la temperatura del corpo adeguata, ti suggerisco di praticare oltre a Kapalabati (come in autunno) un altro pranayama “riscaldante”: Surya bedha pranayama (la Respirazione del Sole), che stimola la narice destra.

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