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Laghoo Shankhaprakshalana

La parola shankha letteralmente significa “conchiglia” ed in questo caso sta ad indicare l’intestino, che, con le sue anse ed i suoi avvolgimenti, ricorda l’interno di una conchiglia; la parola prakshalana vuole dire “lavare”, “pulire completamente”; quindi, il termine combinato shankhaprakshalana significa “il lavaggio completo dell’intestino”.

La parola sanscrita laghoo, infine, significa “corta”, “concisa” e questa che ora vediamo in effetti è la forma breve di una pratica più profonda di pulizia che mira a svuotare completamente tutto l’intestino.

Mentre la forma completa richiede una preparazione, un digiuno ed una giornata completamente libera da dedicare alla pratica, questa forma condensata può essere fatta velocemente in pochi minuti e richiede una minima preparazione. L’obiettivo sarà naturalmente diverso: se la pratica completa mira a ripulire tutto l’intestino e può essere fatta 3 o 4 volte l’anno (nei cambi stagione, come pratica di purificazione), laghoo shankhaprakshalana intende solo incoraggiare il suo normale funzionamento e può essere fatta anche quotidianamente, in modo particolare da chi ha problemi di stitichezza.

Entrambe le tecniche consistono fondamentalmente nel bere una soluzione idrosalina a digiuno, intervallandone l’assunzione con la pratica di una serie di posizioni che ne favoriscono la discesa lungo il tubo digerente.

I comuni lassativi che si trovano in commercio stimolano i nervi dell’intestino, così che la peristalsi è indotta rapidamente e l’uscita delle feci avviene per espulsione; sebbene si ottenga effettivamente l’effetto desiderato, e cioè di svuotare l’intestino, l’uso dei lassativi col tempo può portare all’indebolimento dei nervi riflessi con conseguente possibile peggioramento della situazione dovuto ad una maggiore difficoltà nella peristalsi intestinale naturale.

Nella pratica di shankhaprakshalana, l’acqua salata agisce in modo differente: non va a sollecitare direttamente i nervi, ma produce un’azione lubrificante e scioglie le feci, incoraggiandone il movimento ed è proprio questo movimento che di riflesso stimola il sistema dei nervi e la peristalsi naturale.

Non preoccupatevi per la quantità di sale che si ingerisce perchè, la concentrazione della soluzione è tale per cui la soluzione non verrà assorbita dal corpo, ma scenderà lungo tutto il tubo digerente e verrà eliminata direttamente attraverso l’intestino, con appunto l’”effetto sifone”.

Preparate una soluzione di acqua salata sciogliendo 1 cucchiaio di sale in 1 litro di acqua bollente e bevetela al mattino a digiuno mentre è ancora calda, procedendo in questo modo:

Bevete due bicchieri più rapidamente possibile, poi, altrettanto rapidamente, eseguite le seguenti posizioni ripetendole, ciascuna, 8 volte (4 per lato).

  • TADASANA (apertura valvola esofagea)
  • TIRYAKA TADASANA (apertura valvola pilorica)
  • KATI CHAKRASANA (apertura valvola ileocecale)
  • TIRYAKA BHUJANGASANA (stimolazione peristalsi)
  • UDARAKARSHANASANA (favorire la discesa delle feci)

Alla fine della serie di posizioni, rimanete seduti solo qualche istante, ascoltando gli effetti della pratica, poi ripetete l’intera procedura (2 bicchieri e posizioni) per altre 2 volte.

Al termine dei 3 cicli, rilassatevi in shavasana per qualche minuto. Lo stimolo non dovrebbe tardare ad arrivare; se per caso lo stimolo non dovesse arrivare (costipazione eccessiva o difficoltà nel rilassarsi) vi consiglio di indurre l’evacuazione con un microclisma… o indurre il vomito: non è bene che l’acqua salata ristagni nel nostro apparato digerente.

I benefici di questa pratica sono numerosissimi, come la depurazione dalle tossine, la stimolazione del sistema immunitario, una generale sensazione di leggerezza fisica e mentale e la chiarezza mentale.

Questa pratica non andrebbe fatta durante il ciclo (che già di per sé è un potente processo di purificazione) e nemmeno se si hanno ulcere nel tubo digerente o ragadi anali. Inoltre, pur essendo una pratica semplice, richiede un minimo di cautela e consapevolezza, perciò se non siete in perfetto stato di salute fisica o emotiva, vi sconsiglio di farla senza la guida di un insegnante esperto.

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